Come si fa un Orto Sinergico?

Nicoletta

05 maggio 2021 by Nicoletta

10 passaggi fondamentali per mangiare sano rispettando la Natura

Per costruire un orto sinergico meglio essere in tanti. Una squadra permette di fare presto lavorando in allegria e di avere un risultato migliore. Per un orto abbastanza grande ad una persona potrebbe servire un mese o più di lavoro. In tutto questo tempo il terreno scoperto andrebbe in sofferenza, la pioggia potrebbe fare danni in corso d’opera e le erbe spontanee ricominciare a crescere prima che la pacciamatura sia completata. Se non si ha una squadra di lavoro a disposizione si può suddividere l’orto in moduli, realizzando una parte alla volta. Meglio un orto piccolo che possa crescere nel tempo, che rimanere fermi a metà della costruzione.Nell’articolo L’orto sinergico in dieci passaggi ho spiegato come progettare e realizzare i bancali. Terminata questa fase più impegnativa dal punto di vista fisico, inizia quella più tecnica che include la sistemazione dell’impianto di irrigazione, la semina, i trapianti e la pacciamatura.

Impianto di irrigazione

Per l’orto sinergico si utilizza l’irrigazione a goccia, che offre molti vantaggi per il benessere nostro e delle piante, ma che ha il difetto di richiedere l’acquisto di materiali abbastanza costosi. L’investimento viene comunque ammortizzato i diversi anni e ci permette molta libertà rispetto alle esigenze idriche degli ortaggi che coltiviamo. Con la drip irrigation si utilizza decisamente meno acqua che con una irrigazione a pioggia, salvaguardando una risorsa tanto importante. L’impianto viene creato sopra il bancale prima che venga coperto con la pacciamatura, la quale aiuterà a mantenere più a lungo il terreno umido. L’acqua migliore per innaffiare è quella di fiume o di ruscello, ma si utilizza più spesso quella estratta da una falda. Per evitare lo shock termico alle piante quando si usa acqua del pozzo è meglio annaffiare la mattina presto oppure far riscaldare l’acqua in un deposito superficiale. L’acqua potabile distribuita dagli acquedotti è la meno indicata perché contiene cloro. Esistono tanti tipi diversi di tubi per l’irrigazione. È consigliato quello ad ala gocciolante, avendo cura di verificare che la pressione con cui l’acqua lo raggiunge non sia troppo forte e di sistemare un filtro per evitare che nei tubi finiscano materiali che possano bloccare il sistema di gocciolamento. Sopra ogni bancale si formano degli anelli di tubo bucato, uniti con un raccordo a forma di T a cui collegare un tubo non bucato da interrare sotto i camminamenti per unire i viversi circuiti. I tubi vengono fissati con un filo di ferro a forma di U rovesciata conficcato nel terreno. L’intero orto potrà essere irrigato aprendo un solo rubinetto. Se inseriamo un programmatore di irrigazione potremo allontanarci anche per molti giorni senza che gli ortaggi vadano in sofferenza.

Preparazione della mappa dell’orto

Se non abbiamo già deciso cosa piantare e seminare nel nostro orto questo è il momento di farlo. L’orto sinergico prevede di far crescere insieme tante piante diverse, ma la loro distribuzione deve seguire alcune regole e un po’ di logica, per favorire la crescita delle piante e per avere vita più facile al momento della raccolta. In ogni bancale dovremo mettere piante appartenenti ad almeno tre famiglie diverse. Non dovranno mai mancare delle leguminose (fagioli, piselli, fave, ceci, lenticchie) e delle liliacee (aglio, cipolla, porro, scalogno, erba cipollina). Le prime perché apportano azoto attraverso il lavoro dei batteri azotofissatori che vivono in simbiosi con le loro radici, le seconde per l’azione repellente nei confronti di insetti nemici del nostro raccolto. La scelta delle piante da far crescere nell’orto dipende dai nostri gusti alimentari, dal clima, dal terreno, dalla stagione. Ciascun orto sarà diverso. Per l’orto sinergico si parla molto di consociazioni tra piante che possono aiutarsi tra loro. Su questo argomento ci sono molte ipotesi e poche certezze, quindi la cosa migliore è sperimentare tenendo presenti alcune regole.
1.Tenere conto della dimensione e della forma che assumerà la pianta, con tutte le sue radici, crescendo. 2. Tenere conto dei tempi di crescita e maturazione degli ortaggi. 2. Creare più biodiversità possibile.

Semina

Mappa alla mano si procede alla semina. Meglio mettere più semi che rischiare di lasciare spazio libero nell’orto che verrà occupato dalle erbe spontanee. È preferibile dover diradare un eccesso di piantine di fagiolo, per esempio, che trovarsi a sradicare nuova gramigna. Per rendere più semplice la distribuzione dei semi, che hanno forme e dimensioni molto variabili, il suggerimento è di mischiarli con un po’ di terriccio fertile e sabbia. Il mix così composto sarà più facile da spargere omogeneamente aggiungendo anche un po’ di materia organica che non fa male in questa fase di avvio dell’orto. La semina in questo tipo di orto si fa in modo costante, ma mano che si libera spazio si andranno ad aggiungere nuovi semi per avviare le coltivazioni adatte alla stagione successiva.

Pacciamatura

La pacciamatura, ovvero la copertura del terreno con materiale organico, è un necessità imprescindibile dell’orto sinergico. Ha tante funzioni ed è fondamentale per la buona riuscita del progetto. Pacciamando andiamo a ricreare, il più possibile, le condizioni naturali del suolo, che non dovrebbe mai rimanere scoperto. La materia più utilizzata è la paglia, ma si possono usare molti altri materiali naturali, scegliendo tra quelli che abbiamo a disposizione. In permacultura si dà sempre priorità alle risorse già disponibili nel nostro sistema o più facili da reperire con il minor consumo possibile di energia. Si può utilizzate per esempio, come faccio io, erba spontanea tagliata ai margini dell’orto, avendo cura di falciarla prima che vada a seme e di farla essiccare prima di metterla sul bancale. Altri possibili materiali: foglie, segatura, legno sminuzzato, lana di pecora, canne e persino carta di giornale tagliata a strisce. La pacciamatura protegge il suolo e le piante dalle temperature estreme, rallenta lo sviluppo delle spontanee, trattiene l’umidità, evita il compattamento e il dilavamento del terreno provocato dalla pioggia e nutre e protegge gli organismi del suolo mentre lavorano per produrre humus. Nei climi freddi la pacciamatura va in parte rimossa dal terreno, per qualche giorno in primavera, perché questo possa scaldarsi in vista delle semine primaverili. Lo spessore della materia organica va gestito in rapporto al clima e alla fase di sviluppo degli ortaggi.

Messa a dimora delle piantine

Riprendendo in mano la nostra mappa dell’orto, per ultima cosa mettiamo a dimora le piantine già cresciute che abbiamo prodotto nel nostro semenzaio o acquistato dai produttori specializzati. Per avere un orto più bello si rispetta una certa simmetria e si sistemano le piante da fiore, che hanno molte altre funzioni oltre a quella estetica. I fiori servono ad attrarre gli impollinatori, per far vivere insetti amici dell’orto, per difendere le altre piante dai nemici come fa, per esempio, il tagete, che contrasta i nematodi. In questa fase si inserisce anche qualche pianta aromatica che sarà una presenza perenne del nostro orto in continuo mutamento. Alcune crescono molto, quindi bisogna tenerne conto. Non mettete menta sui vostri bancali, come ho fatto io, perché è una pianta che si espande molto facilmente e tende a invadere tutto l’orto senza lasciare spazio e nient’altro. Infine due parole sulla raccolta. Lasciate il più possibile le radici delle piante coltivate nel terreno, tagliando gli ortaggi alla base invece che sradicandoli. Le radici sono il nutrimento del suolo che va considerato come un organismo vivente. Generalmente l’orto sinergico dà molti frutti nel primo anno, poi per almeno due stagioni offrirà un raccolto più limitato. Superata la fase critica la fertilità ricreata rispettando il normale ciclo della natura dovrebbe offrire grandi soddisfazioni ai coltivatori. Io continuerò a sperimentare e a raccontarvi le mie scoperte.

 

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